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Pecorara

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Il borgo

Nella botte piccola c'è il vino buono: Pecorara ne é la dimostrazione! Paesino con poco più di 700 abitanti, caratterizzato da pace e tranquillità, è situato in una posizione boschiva nella valle del Tidoncello, affluente del torrente Tidone.

Storia

Pecorara è stata abitata fin dalla preistoria, anche se le prime notizie scritte riguardanti questo borgo risalgono a prima del Medioevo, quando il borgo era stato catalogato tra i possedimenti dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio.

Nel 1164 Pecorara fu assegnata alla nobile famiglia obertenga dei Malaspina, i quali procedettero alla costruzione di diversi castelli, mettendo in collegamento la val Tidone e la val Tidoncello con Bobbio attraverso il Passo della Crocetta.

Tra il 1200 e il 1300 la famiglia Malaspina dovette cedere i propri possedimenti alla famiglia Da Pecorara, originaria proprio della zona. Ancora oggi della famiglia si celebra il cardinale Jacopo da Pecorara nativo, secondo alcune fonti, di Cicogni. Egli fu vescovo di Palestrina, abate dell'abbazia delle Tre Fontane di Roma, legato pontificio per conto di papa Gregorio IX e mentore per il futuro papa Gregorio X.

Successivamente la zona entrò a far parte dei domini della famiglia Visconti, fino a quando, nel 1379, Gian Galeazzo Visconti lo concesse a Jacopo Dal Verme, che lo aveva servito come consigliere e capitano. Pecorara entrò, quindi, a far parte dello stato Vermesco. Per diversi anni però Pecorara fu oggetto di contese tra le famiglie Scotti, Fulgosi e Dal Verme.

Nel 1815, dopo il congresso di Vienna, il territorio  venne annesso al ducato di Parma e Piacenza.

Durante la seconda guerra mondiale questo territorio fu teatro di diversi scontri tra le forze partigiane e le truppe tedesche e repubblichine. Il 31 dicembre 1944 vennero uccisi nella località Aie di Busseto, ad opera delle truppe nazifasciste, 13 partigiani provenienti da diverse parti del territorio italiano.